Come vivere e gestire le difficoltà dei più piccoli
Da due mesi le nostre vite hanno subito un grande cambiamento e insieme alle nostre sono cambiate le abitudini dei nostri figli. La chiusura delle scuole, ma anche di diversi luoghi e attività volti alla socialità e al divertimento, ha avuto un grande impatto sulle vite delle famiglie.
I cambiamenti nelle routine quotidiane, le preoccupazioni di salute, economiche e lavorative degli adulti, ma anche l’isolamento e l’assenza di contatti sociali, nel tempo possono portare ad accumulare alti livelli di stress, rendendoci meno pazienti e tolleranti verso le richieste dei più piccoli.
Come possiamo aiutare i nostri bambini in questo periodo di quarantena?
I bambini sono molto ricettivi, colgono gli stati emotivi degli adulti di riferimento che li circondano. E’ molto importante dunque riuscire a dare un nome alle emozioni in circolo. Nascondere ai nostri figli come ci sentiamo non è possibile: anche se fossimo dei bravissimi attori, le emozioni si comunicano anche attraverso i comportamenti non verbali (espressioni del viso, tono della voce, mimica).
Può essere di maggior aiuto condividere come ci sentiamo con i più piccoli, così da riuscire ad aiutarli a denominare le loro stesse emozioni. Parlare di come ci sentiamo aiuta grandi e piccoli a condividerle e viverle in modo meno intenso e preoccupante: essere tristi, preoccupati o irritati è una reazione normale. Allo stesso modo anche le reazioni dei nostri bambini sono normali e comprensibili, cerchiamo di interpretarle come la manifestazione di un loro disappunto per questa condizione; anche a noi capita di condividere con amici e parenti la nostra impazienza o sofferenza. I bambini piccoli in particolare non riescono a esprimere facilmente a parole queste emozioni, ma le vivono proprio come noi. Anche se viene più facile, arrabbiarsi non serve a molto, può essere molto più utile esplicitare al posto loro questi pensieri e vissuti.
E’ probabile che molti di noi stiano già provando a rileggere la situazione in termini più positivi e a vedere questa convivenza obbligata in famiglia come una possibilità per godere di molto più tempo con i nostri figli; tempo che spesso si sacrifica a causa del lavoro o degli impegni.
Più concretamente può essere utile cercare di distrarre i bambini (e noi!) dalla situazione provando a renderli partecipi della vita domestica, proponendogli di cucinare con noi o offrendo loro idee di gioco o attività ludiche e creative da poter svolgere in casa, magari con materiali di riciclo, lasciando un po’ di spazio alla creatività.
Poiché il bisogno di contatto sociale è un bisogno primario, proviamo a favorire interazioni sociali anche a distanza con gli amici e i parenti attraverso i canali tecnologici, cercando sempre di calibrarne l’utilizzo a seconda dell’età: evitiamo un uso eccessivo e non regolato.
Cerchiamo di ricreare una nuova routine “casalinga” che scandisca il tempo della giornata in modo prevedibile e rassicurante, ma senza dimenticarci di lasciare spazio a nuovi stimoli o interessi per contrastare la monotonia. Ricordiamoci che anche la noia è un’emozione normale e sana: nei bambini può diventare occasione per sviluppare nuovi modi di divertirsi con quello che si ha a disposizione.
Per aiutare i bambini a mantenere alta la speranza e motivarli a resistere, ricordiamoci di dare noi per primi una lettura costruttiva della situazione. Accettare il cambiamento e le incertezze che porta con sé come parte naturale della vita. Prenderci cura di noi stessi, dedicandoci ad attività che possano distrarci e rilassarci da un lato e al tempo stesso rafforzare la nostra resilienza.
Facendo leva sui propri punti di forza e dando importanza alla relazione affettiva in famiglia, possiamo aiutare i nostri bambini a sviluppare e coltivare la loro capacità di reagire a situazioni avverse.
Scritto da: Dott.ssa Maura Crivellenti, psicologa psicoterapeuta